Ci sono Maestri e ………….Maestri

Molto spesso mi vengono chieste dai genitori, giovani atleti o semplicemente gente comune, informazioni su come si diventa Maestri di Judo. Tecnicamente Maestri lo si diventa dopo anni di studi, anni d’insegnamenti e di corsi.

Pochi sono i Maestri

Proverò a rispondere dandovi la mia idea di chi è e cosa fa il “Maestro”.

Con lo sviluppo delle arti marziali nascono gli autodenominati “Maestri fondatori”:…..ma ci sono Maestri con la “M” maiuscola e maestri con la “m” minuscola, con le diverse accezzioni del termine stesso.

Il “Maestro” è colui che incontra in ogni difficoltà della vita, un grande stimolo per vivere;

Il “Maestro” è colui che esplora e comprende i suoi allievi nei minimi particolari;

Il “Maestro” è colui che si è formato, traendo beneficio dalle sue esperienze;

Il “Maestro” di Judo deve scoprire le qualità di ogni allievo, le sue motivazioni, i suoi difetti e pregi per sviluppare o potenziare, nella giusta misura, le necessità e gli obiettivi che ci si prefigge in accordo con le circostanze;

Il “Maestro” deve lavorare al giusto sviluppo fisico, mentale, dei valori morali e spirituali, dei suoi allievi in forma armonica ed integrale, ed è capace di sviluppare lo spirito creativo in loro e in quelli che verranno;

Il “Maestro” deve far raggiungere l’uguaglianza agli allievi più deboli nei confronti dei più forti e più tecnici, per ottenere l’armonia ed il giusto processo pedagogico nella formazione completa di ognuno all’interno del gruppo che dirige, contribuendo a garantire l’autostima del meno avvantaggiato;

Il “Maestro” è un comunicatore: attraverso il suo esempio, la sua condotta individuale e sociale, sopra e fuori dal tatami, ( materassine dove si pratica judo ) stabilisce un ponte che restringe il vincolo personale con i suoi allievi e stimola lo scaturire di nuovi vincoli di amicizia con tutto ciò che lo circonda;

Il “Maestro” è un creativo.

Per questi motivi spesso ho piacere che i nostri ragazzi si confrontino con altre palestre, negli stage e durante le gare, perché nasca proprio da loro la consapevolezza di avere un maestro con la M Maiuscola o con la m minuscola.

Paolo Checchi