Il valore del maestro: formare persone, non solo atleti
Molti genitori, mossi dall’illusione di vedere i propri figli trionfare, cadono facilmente nella trappola dei club “famosi” credendo che il nome o l’uniforme più impressionante garantiranno il successo. Così alcuni atleti.
Tuttavia, ciò che non sempre si capisce è che il reale progresso non dipende dallo scudo che si porta sul petto, ma dal lavoro costante, dall’attenzione personalizzata e dall’accompagnamento nel processo.
In molti casi, quei bambini e ragazzi che sono andati in cerca di fama o di una vetrina più grande finiscono per tornare indietro, perdendo minuti di allenamento o motivazione, mentre quelli che sono rimasti, fedeli al loro processo e al loro maestro, continuano a crescere in silenzio, maturando nel loro judo e nel loro carattere.
Lo sviluppo non accelera cambiando club, ma fidandosi, perseverando e valorizzando il luogo in cui si insegna davvero con amore e scopo.
Diventare un buon formatore, un buon educatore non dipende solo dalla conoscenza tecnica o tattica, ma dalla capacità di connettersi con bambini e ragazzi, guidarli con pazienza e insegnare loro valori al di là del tatami.
Un buon formatore, un buon educatore, si costruisce con umiltà, imparando ogni giorno dai propri errori e dalle esperienze che vive con i suoi judoka.
Essere formatore significa capire che dietro ogni bambino c’è una storia, un sogno e un ritmo di apprendimento diverso.
È accompagnare, motivare, correggere e soprattutto ispirare.
Diventi un buon allenatore quando la tua più grande soddisfazione non è vincere solo le gare, ma vedere i tuoi ragazzi crescere come persone dentro e fuori dal tatami.
M° Paolo Checchi